lunedì 2 marzo 2015

La banalità del Male

E’ da un po’ che desideravo scrivere questo post, ma per un motivo o per l’altro non ho mai trovato il momento per mettermici davvero.

Come forse i tuffatori più anziani ricorderanno, tranne alcune rare eccezioni, nel corso della mia (piuttosto lunga, a questo punto) carriera nei gdr by chat ho fondamentalmente solo giocato personaggi positivi.

Bravo Croco, direte voi, è perché sotto quel tuo fare un po’ spavaldo alla James Dean si nasconde un tenero cuore di panna. E’ perché sei il Dr. House del by chat.

Mentre è indubbio che abbia l’animo di un boy scout, il fatto che abbia sempre mosso solo positivi è anomalo: a me i cattivi piacciono. Ma proprio tanto. Trovo infatti che in molte storie il cattivo sia infinitamente più interessante dell’eroe. 
Le ragioni sono disparate, ma sono certo le abbiate presenti tutti. In fondo, chi non ha un cattivo del cuore?

Se ci fosse un qualche tuffatore dal cuore puro che ha sempre amato soltanto i buoni (che cosa ci fai sulla Fossa lo sa solo Dio), suggerisco la lettura di questo post per capire perché i cattivi sono una figata. Lo condivido in toto, tranne in un punto chiave che discuterò a breve.

Uno dei motivi per il quale i cattivi eserciteranno sempre fascino su di me, in ogni caso, è il seguente:
Questo è un eroe: 

Osservate la mascella squadrata, l’eroismo nello sguardo

Questo è un cattivo:

 
Handsome Jack, hai rubato il mio cuore nel momento in cui ha aperto bocca <3

Allora perché nei gdr non riesco a giocarmi un negativo? O meglio, perché puntuamente mi iscrivo con tutti i migliori propositi di malvagità e poi finisco con un pg che i malvagi li ammazza?

Perché i cattivi, nei gdr, sono banali.

Prima che l’hashtag #crocomerda inizi a trendare su Twitter a causa della furia dei tuffatori che hanno mosso un negativo, lasciatemi argomentare: sono certo che i vostri malvagi fossero delle perle di originalità, ma erano di certo una eccezione e non la regola.

Io, personalmente, ho avuto sempre pessime esperienze con personaggi negativi. Difatti, in 8 e passa anni di gioco di ruolo, ne ricordo positivamente (inteso che mi hanno colpito e portato a pensare “che figata di personaggio”) giusto una manciata.

Il negativo medio con cui mi sono trovato a giocare è sempre stato un mix di celodurismo e cliché: l’oscuro et minaccioso demone dell’inferno; l’oscuro et minaccioso guerriero maledetto; l’oscuro et minaccioso (et sensuale, naturalmente) vampiro. Questo in caso di personaggio maschile. Se il personaggio negativo è femminile, invece, bisogna sostituire “minaccioso” con “cagna”. Sicuramente parte della colpa è dovuta al fatto che l’allineamento negativo e certe razze spesso vengono collegate alla fede per una divinità negativa. Questa divinità negativa, plagiata da un manuale di DnD o vomitata dalle più banali pagine del fantasy trash, viene descritta nel regolamento come professatrice del Male assoluto, distruttrice di mondi, saltatrice di file e parcheggiatrice abusiva. Con un modello del genere, non deve sorprendere che i pg che professano la sua fede siano uguali ai miei amici metallari dei tempi del liceo.

- Sai, NightDestroyer666, a volte mi chiedo per quale motivo ogni giorno il nostro signore demone vuole combattiamo contro i servi della luce. – Ma è ovvio, DevilKiller. Loro si vestono sempre di bianco, noi sempre di nero. Ora stai zitto che parte il growl dei Gorgoroth. – Hai ragione! Viva la violenza, viva la morte! WRUHAAAA!

- Dai, non prendertela. La prossima volta sono sicuro che riuscirai a farti consacrare il bracciale borchiato e il chiodo.
Il discorso divinità negative meriterebbe tutto un post a parte, ma quando, nel 2015, ancora leggo di land in cui ci sono due fedi contrapposte e il dio malvagio ha come unico scopo quello di instaurare il suo regno di violenza sulla terra, mi cadono le palle. Il punto è che nessuna persona adulta senza evidenti tare mentali professerebbe un generico “male”. Sono disposto ad accettare un intero pantheon di divinità negative, ma queste devono quantomeno spacciarsi ai loro fedeli come entità benevole (almeno nei loro confronti), o comunque un po’ più complesse del male fine a sé stesso.
Persino nell’universo Lovecraftiano, gli Antichi Dei (che non possono essere definiti malvagi, in quanto entità troppo estranee alla comprensione umana), sono adorati soltanto da selvaggi, folli, e persone terrorizzate che sperano di ingraziarseli servendoli.

Questo ci porta al punto cardine del mio discorso, nonché dove mi trovo in disaccordo con l’articolo che ho citato in apertura.

“Il vero cattivo non ha mire, agisce per amor di dis-bontà [...]”

E invece no. Il vero cattivo ha mire, ha uno scopo. Perché il vero cattivo, e per “vero” intendo realistico, credibile, non è malvagio per il solo fine di esserlo. E’ malvagio perché la malvagità, per quanto possa fare parte della sua natura e dunque manifestarsi spontanea, è uno strumento per raggiungere il suo obiettivo. E il suo obiettivo può essere anch’esso malvagio, come ottenere potere o arricchirsi, ma trovo sia molto più interessante quando questo è comprensibile, o addirittura “buono”.



Questo ranking mostra perfettamente la mia opinione, ed è grandemente condivisibile.

Un buon cattivo ha degli affetti. Un buon cattivo è un personaggio che possiede anche dei tratti positivi. Un buon cattivo è fallibile, e ha dei punti deboli. Un buon cattivo, il più delle volte, è un individuo abbastanza decente. Un buon cattivo è un personaggio con cui sentiamo di poter condividere qualcosa, per quanto poco. E se questo è l’ABC della creazione di un personaggio negativo di una storia, è a maggior ragione vero per la creazione di un personaggio che dovremo interpretare o con cui dovremo interagire.
Onestamente, quanti tra voi pensano sia un personaggio meglio tratteggiato il demone Gurgutz, portatore della spada di Simeht, quadrellatore di coppiette e rapitore di donzelle, di un – per esempio -, Ditocorto?

Il confronto forse è ingiusto, perché dopotutto Ditocorto è un personaggio uscito dalla penna di Martin, mentre Gurgutz dalla tastiera di un player, ma spero di aver reso l’idea quando parlo di complessità del personaggio negativo. Il negativo medio è rimasto a una iconografia del malvagio degna del più basso panorama del fantastico, una semplicità di punto di vista che porta a classificare il personaggio in termini di bianco o nero (complice anche quella cazzata dell’allineamento di DnD).

"Io vorrei avere più spessore, ma se ci provo mi moderano e mi tolgono la razza perché dicono che non sono più caotico negativo."

La razza dei demoni, o qualsiasi altra razza connotata dalla loro natura intrinsecamente malvagia, in un certo senso è limitata nelle possibilità interpretative. Un demone che prova affetto per qualcosa può venire tranquillamente tacciato di incoerenza. In questo caso, allora, per evitare un personaggio banale, è necessario dargli una connotazione che trascenda lo stereotipo dell’oscuro dominatore. Un esempio potrebbe essere il farlo recitare una parte continuamente, fargli dunque assumere un ruolo di manipolatore: per quanto sia bad to the bone, il demone si mostrerà cortese e amichevole, affabulatore, e magari cercherà di passare per una brava persona. Ma per essere manipolatore, tenete conto che ancora una volta necessiterà, se non di una motivazione, almeno di un obiettivo da raggiungere. 


Insomma, se il vostro pg non può uscire più di tanto da una linea comportamentale tracciata dall’anatomia, puntate almeno a farlo carismatico.


A mio avviso, c’è un modo molto semplice per aumentare l’appeal di un pg negativo: il senso dell’umorismo.

Cito un post di Nebo, da Bagni Proeliator:

“A me queste cazzate non le racconti. Solo nei film i cattivi sono brutti e stronzi. Nella realtà i cattivi sono simpatici e carismatici, altrimenti come facevano a diventare cattivi?”

Davvero, puoi essere anche il peggio vampiro DDS di sta minchia, ma se riesci a dare una personalità al tuo pg un minimo simpatica, un minimo autoironica, guadagni punti e sei una rinfrescante novità ai miei occhi. Magari ti chiederò di giocare.

Magari, miracolo dei miracoli, mi divertirò pure a interagire con te.

E poi ti ucciderò, perché è questo che facciamo noi positivi badass. 

Perché in fondo cerchiamo solo una scusa per diventare dei pk.



In conclusione, il cattivo che piace a me è un cattivo complesso.
E’ quel cattivo su cui, senza bisogno di toccare le vette di un Ozymandias (forse il mio “cattivo” preferito di tutti i tempi), si fa fatica dare un giudizio morale, proprio perché è ambiguo. E’ un pezzo di merda, ma le sue ragioni, in fondo, non sono poi così incondivisibili.



Avete incontrato pure voi cattivi medi e banali, o sono io sfigato?

Nei commenti, raccontateci quali sono i migliori (e peggiori, of course) personaggi negativi che avete mosso o con cui vi siete trovati a giocare.

Date speranza a Croco.