E’ da un po’ che
desideravo scrivere questo post, ma per un motivo o per l’altro non ho mai
trovato il momento per mettermici davvero.
Come forse i tuffatori
più anziani ricorderanno, tranne alcune rare eccezioni, nel corso della mia
(piuttosto lunga, a questo punto) carriera nei gdr by chat ho fondamentalmente
solo giocato personaggi positivi.
Bravo Croco, direte
voi, è perché sotto quel tuo fare un po’ spavaldo alla James Dean si nasconde
un tenero cuore di panna. E’ perché sei il Dr.
House del by chat.
Mentre è indubbio che abbia l’animo di un boy
scout, il fatto che abbia sempre mosso solo positivi è anomalo: a me i cattivi
piacciono. Ma proprio tanto. Trovo infatti che in molte storie il cattivo sia
infinitamente più interessante dell’eroe.
Le ragioni sono disparate, ma sono
certo le abbiate presenti tutti. In fondo, chi non ha un cattivo del cuore?
Se ci fosse un qualche
tuffatore dal cuore puro che ha sempre amato soltanto i buoni (che cosa ci fai
sulla Fossa lo sa solo Dio), suggerisco la lettura di questo post per capire perché i cattivi sono una figata. Lo condivido in toto, tranne in un
punto chiave che discuterò a breve.
Uno dei motivi per il
quale i cattivi eserciteranno sempre fascino su di me, in ogni caso, è il
seguente:
Questo è un eroe:
|
Osservate la mascella squadrata, l’eroismo nello sguardo |
Questo è un cattivo:
Handsome Jack, hai rubato il mio cuore nel momento in cui ha aperto bocca
<3
Allora perché nei gdr
non riesco a giocarmi un negativo? O meglio, perché puntuamente mi iscrivo con
tutti i migliori propositi di malvagità e poi finisco con un pg che i malvagi
li ammazza?
Perché i cattivi, nei gdr, sono banali.
Prima che l’hashtag #crocomerda inizi a trendare su Twitter
a causa della furia dei tuffatori che hanno mosso un negativo, lasciatemi
argomentare: sono certo che i vostri malvagi fossero delle perle di
originalità, ma erano di certo una eccezione e non la regola.
Io, personalmente, ho
avuto sempre pessime esperienze con personaggi negativi. Difatti, in 8 e passa
anni di gioco di ruolo, ne ricordo positivamente (inteso che mi hanno colpito e
portato a pensare “che figata di personaggio”) giusto una manciata.
Il negativo medio con
cui mi sono trovato a giocare è sempre stato un mix di celodurismo e cliché: l’oscuro et minaccioso demone dell’inferno; l’oscuro
et minaccioso guerriero maledetto; l’oscuro et minaccioso (et sensuale,
naturalmente) vampiro. Questo in caso di personaggio maschile. Se il
personaggio negativo è femminile, invece, bisogna sostituire “minaccioso” con “cagna”.
Sicuramente parte della colpa è dovuta al fatto che l’allineamento negativo e
certe razze spesso vengono collegate alla fede per una divinità negativa.
Questa divinità negativa, plagiata da un manuale di DnD o vomitata dalle più
banali pagine del fantasy trash, viene descritta nel regolamento come
professatrice del Male assoluto, distruttrice di mondi, saltatrice di file e
parcheggiatrice abusiva. Con un modello del genere, non deve sorprendere che i
pg che professano la sua fede siano uguali ai miei amici metallari dei tempi
del liceo.
|
- Sai, NightDestroyer666, a volte mi chiedo per quale motivo ogni giorno il nostro signore demone vuole combattiamo contro i servi della luce. – Ma è ovvio, DevilKiller. Loro si vestono sempre di bianco, noi sempre di nero. Ora stai zitto che parte il growl dei Gorgoroth. – Hai ragione! Viva la violenza, viva la morte! WRUHAAAA! |
|
- Dai, non prendertela. La prossima volta sono
sicuro che riuscirai a farti consacrare il bracciale borchiato e il chiodo. |
Il discorso divinità
negative meriterebbe tutto un post a parte, ma quando, nel 2015, ancora leggo
di land in cui ci sono due fedi contrapposte e il dio malvagio ha come unico
scopo quello di instaurare il suo regno di violenza sulla terra, mi cadono le
palle. Il punto è che nessuna persona adulta senza evidenti tare mentali
professerebbe un generico “male”. Sono disposto ad accettare un intero pantheon
di divinità negative, ma queste devono quantomeno spacciarsi ai loro fedeli
come entità benevole (almeno nei loro confronti), o comunque un po’ più
complesse del male fine a sé stesso.
Persino nell’universo Lovecraftiano, gli Antichi Dei (che non possono essere definiti
malvagi, in quanto entità troppo estranee alla comprensione umana), sono
adorati soltanto da selvaggi, folli, e persone terrorizzate che sperano di
ingraziarseli servendoli.
Questo ci porta al
punto cardine del mio discorso, nonché dove mi trovo in disaccordo con l’articolo
che ho citato in apertura.
“Il vero cattivo non ha mire, agisce per amor di dis-bontà [...]”
E invece no. Il vero cattivo ha mire, ha uno scopo.
Perché il vero cattivo, e per “vero” intendo realistico, credibile, non è
malvagio per il solo fine di esserlo. E’ malvagio perché la malvagità, per
quanto possa fare parte della sua natura e dunque manifestarsi spontanea, è uno
strumento per raggiungere il suo obiettivo. E il suo obiettivo può essere anch’esso
malvagio, come ottenere potere o arricchirsi, ma trovo sia molto più
interessante quando questo è comprensibile, o addirittura “buono”.
Questo ranking mostra perfettamente la mia opinione,
ed è grandemente condivisibile.
Un buon cattivo ha degli affetti. Un buon cattivo è
un personaggio che possiede anche dei tratti positivi. Un buon cattivo è
fallibile, e ha dei punti deboli. Un buon cattivo, il più delle volte, è un
individuo abbastanza decente. Un buon cattivo è un personaggio con cui sentiamo
di poter condividere qualcosa, per quanto poco. E se questo è l’ABC della
creazione di un personaggio negativo di una storia, è a maggior ragione vero
per la creazione di un personaggio che dovremo interpretare o con cui dovremo
interagire.
Onestamente, quanti tra voi pensano sia un
personaggio meglio tratteggiato il demone Gurgutz, portatore della spada di
Simeht, quadrellatore di coppiette e rapitore di donzelle, di un – per esempio
-, Ditocorto?
Il confronto forse è ingiusto, perché dopotutto
Ditocorto è un personaggio uscito dalla penna di Martin, mentre Gurgutz dalla
tastiera di un player, ma spero di aver reso l’idea quando parlo di complessità
del personaggio negativo. Il negativo medio è rimasto a una iconografia del
malvagio degna del più basso panorama del fantastico, una semplicità di punto
di vista che porta a classificare il personaggio in termini di bianco o nero
(complice anche quella cazzata dell’allineamento di DnD).
|
"Io vorrei avere più spessore, ma se ci provo mi moderano e mi tolgono la razza perché dicono che non sono più caotico negativo." |
La razza dei demoni, o qualsiasi altra razza connotata dalla loro natura
intrinsecamente malvagia, in un certo senso è limitata nelle possibilità
interpretative. Un demone che prova affetto per qualcosa può venire
tranquillamente tacciato di incoerenza. In questo caso, allora, per evitare un
personaggio banale, è necessario dargli una connotazione che trascenda lo
stereotipo dell’oscuro dominatore. Un esempio potrebbe essere il farlo recitare
una parte continuamente, fargli dunque assumere un ruolo di manipolatore: per
quanto sia bad to the bone, il demone
si mostrerà cortese e amichevole, affabulatore, e magari cercherà di passare
per una brava persona. Ma per essere manipolatore, tenete conto che ancora una
volta necessiterà, se non di una motivazione, almeno di un obiettivo da
raggiungere.
Insomma, se il vostro pg non può uscire più di tanto da una linea
comportamentale tracciata dall’anatomia, puntate almeno a farlo carismatico.
A mio avviso, c’è un modo molto semplice per aumentare
l’appeal di un pg negativo: il senso dell’umorismo.
Cito un post di Nebo, da Bagni Proeliator:
“A
me queste cazzate non le racconti. Solo nei film i cattivi sono brutti e
stronzi. Nella realtà i cattivi sono simpatici e carismatici, altrimenti come
facevano a diventare cattivi?”
Davvero, puoi essere anche il peggio vampiro DDS di
sta minchia, ma se riesci a dare una personalità al tuo pg un minimo simpatica,
un minimo autoironica, guadagni punti e sei una rinfrescante novità ai miei
occhi. Magari ti chiederò di giocare.
Magari, miracolo dei miracoli, mi divertirò pure a
interagire con te.
E poi ti ucciderò, perché è questo che facciamo noi
positivi badass.
Perché in fondo cerchiamo solo una scusa per diventare dei pk.
In conclusione, il cattivo che piace a me è un
cattivo complesso.
E’ quel cattivo su cui, senza bisogno di toccare le
vette di un Ozymandias (forse il mio “cattivo” preferito di tutti i tempi), si
fa fatica dare un giudizio morale, proprio perché è ambiguo. E’ un pezzo di
merda, ma le sue ragioni, in fondo, non sono poi così incondivisibili.
Avete incontrato pure voi cattivi medi e banali, o
sono io sfigato?
Nei commenti, raccontateci quali sono i migliori (e peggiori, of course)
personaggi negativi che avete mosso o con cui vi siete trovati a giocare.
Date speranza a Croco.